Cucina Catanese: 10+ Specialità tra Etna e Street Food

15 Lug , 2025 - Esperienze Gastronomiche a Catania,Piatti Tipici di Catania,Prodotti DOP/IGP dell’Etna,Street Food Catanese

Cucina Catanese: 10+ Specialità tra Etna e Street Food

Catania non è solo lava e barocco: è un viaggio nei sensi, dove ogni pietanza racconta secoli di storia, contaminazioni e l’orgoglio di una terra che nasce dal fuoco dell’Etna e si tuffa nel mare Ionio. Qui, la cucina catanese è un atto di resistenza e poesia: dai banchetti aristocratici del ‘700 alle bancarelle fumanti della Pescheria, ogni piatto è un manifesto d’identità.

Immaginate l’aroma del cavallo alla brace che si mescola al profumo delle crispelle appena fritte, il contrasto tra la ricotta salata che si scioglie su una pasta alla Norma e la dolcezza cruda di un cannolo riempito al momento. Questa è Catania: una città che non si limita a mangiare, ma “si nutre” di simboli.

In questo articolo, esploreremo 10+ specialità che definiscono l’anima gastronomica catanese: dallo street food che sfida le regole del bon ton, ai segreti dei chioschi che inventarono il mandarinetto, fino ai prodotti DOP che hanno conquistato il mondo.
Pronti a scoprire perché, a Catania, ogni boccone è un atto d’amore per la tradizione?

Perché leggerlo?
Perché non troverete solo un elenco di piatti, ma storie di chi li prepara da generazioni, curiosità che non si leggono sulle guide, e un’immersione totale in una cultura dove il cibo è arte, religione e rivoluzione quotidiana.

1. Street Food

Catania è una città che respira attraverso il suo cibo di strada, un patrimonio che unisce tradizione antica e vitalità quotidiana. Ecco le pietanze che ne raccontano l’anima autentica della cucina catanese.

Arancino (Arancinu)

Cos’è: Palla o cono di riso impanato e fritto, farcito con ragù di carne, piselli e caciocavallo o dadini di prosciutto cotto e mozzarella. Potete trovare diverse varianti come quella al pistacchio, spianaci e melanzane.
Curiosità: Nella Sicilia orientale prevale la forma conica, ispirata all’Etna. Una scelta non solo estetica: la struttura permette una distribuzione uniforme del ripieno.

Calia e Simenza

Cos’è: Mix di ceci e semi di zucca tostati e salati, venduti in coni di carta.
Storia: Snack tradizionale delle feste patronali, come quella di Sant’Agata. Il nome “simenza” (semi in siciliano) rivela l’origine popolare.

Cipollina

Cos’è: Involtino di pasta sfoglia con prosciutto, mozzarella, pomodoro e cipolla caramellata.
Preparazione: La cipolla viene cotta a fuoco lento per ore, fino a ottenere una consistenza cremosa e dolce, senza aggiunta di zucchero.

Bolognese

Cos’è: Pizza soffice farcita con pomodoro, prosciutto, mozzarella e uovo sodo, coperta da sfoglia croccante.
Origine del nome: Il termine deriva dal ragù di carne originale, oggi sostituito da ingredienti più semplici. Una rarità da cercare nelle panetterie storiche.

Arrusti e Mancia

Cos’è: Carne equina grigliata (fettine o polpette), servita al momento.
Dove provarla: Via del Plebiscito è il quartier generale di questi locali, dove il profumo della brace avvolge l’intera strada.

Crispelle

Cos’è: Frittelle di pastella ripiene di ricotta o acciughe.
Varianti: Quelle con i bianchetti (larve di pesce) sono un retaggio della cucina marinara, ancora preparate nei quartieri vicini al porto.

Cacocciuli Arrustuti

Cos’è: Carciofi arrostiti su griglie a legna, conditi con sale e limone.
Dove trovarli: Nella Pescheria di Catania, cuore pulsante dello street food, dove vengono cotti direttamente sui bracieri di ferro.

Quarumi

Cos’è: Trippa di vitello bollita, servita con limone e pepe.
Storia: Piatto simbolo dei carrettieri, oggi amato dai giovani durante la movida. La trippa viene lessata per ore per renderla tenera.

Sangeli

Cos’è: Gelatina di sangue di maiale cotto in budello, simile al sanguinaccio.
Origini: Ricetta nata dall’esigenza contadina di non sprecare nulla. Oggi è una rarità, preservata da pochi macellai tradizionali.

Occh’i Voi (Abaloni)

Cos’è: Molluschi dal sapore intenso, consumati crudi con limone.
Curiosità: Il nome (“occhi di bue”) deriva dalla forma rotonda e dal colore dorato. Una prelibatezza per palati audaci.

Alivi Cunzati

Cos’è: Olive verdi condite con aglio, peperoncino, origano e olio.
Tradizione: Antipasto immancabile nei bar di via Etnea, spesso abbinato a un bicchiere di vino bianco locale.

Crispelle di Riso di San Giuseppe

Cos’è: Frittelle dolci di riso fritte e immerse nel miele.
Evoluzione: Nate per la festa del 19 marzo, oggi sono disponibili tutto l’anno. Il segreto è nel riso cotto nel latte prima della frittura.

Castagni Arrustuti

Cos’è: Caldarroste abbrustolite con sale grosso.
Rito: L’11 novembre, per San Martino, si consumano con vino novello seguendo il detto “A San Martino, ogni castagna è vino”.

A Catania, il cibo di strada non è solo una tradizione: è un atto d’amore collettivo che unisce etnie, classi sociali e generazioni. Ogni bancarella, ogni frittura fumante, ogni morso all’arancino conico parla di una Cucina Catanese che non ha paura del passato e si reinventa senza tradirlo. Perché qui, persino uno spiedino di cavallo o una crispella di riso sono pagine di un diario scritto con il fuoco dell’Etna e il sale del mare. Provarlo non è un optional: è il modo più autentico per dire: “Ho visto Catania”.

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Partendo in alto a sinistra: Crispelle di Riso, Arrusti e Mancia, Alivi Cunzati, Cipollina

2. Piatti Tipici della Cucina Catanese

La Cucina Catanese è un equilibrio perfetto tra terra e mare, tra l’energia dell’Etna e la generosità del Mediterraneo. Questi piatti non sono solo ricette: sono patrimoni familiari, tramandati con orgoglio e arricchiti da secoli di storia.

Pasta alla Norma

Cos’è: Pasta corta (di solito maccheroni) condita con salsa di pomodoro, melanzane fritte, ricotta salata grattugiata e basilico fresco.
Curiosità: Il nome deriva dall’opera “Norma” di Vincenzo Bellini; si racconta che il commediografo Nino Martoglio, assaggiandola, esclamò “È una Norma!” per indicarne la perfezione.

Pasta cco Niuru

Cos’è: Spaghetti o linguine avvolti nel nero di seppia, con aglio, olio e peperoncino.
Origini: Piatto dei pescatori, che utilizzavano ogni parte del mollusco. Il colore intenso e il sapore iodato lo rendono un’esperienza unica.

Maccu

Cos’è: Crema densa di fave secche, cotte a fuoco lento e schiacciate, spesso servita con pasta o crostoni.
Tradizione: Antico piatto povero, oggi celebrato come comfort food.

Cotoletta alla Catanese

Cos’è: Fettina di vitello passata nell’aceto prima dell’impanatura, poi fritta.
Segreto: L’aceto ammorbidisce la carne e dona una croccantezza dorata. Servita con spicchi di limone e insalata verde.

Schiacciata (Scacciata)

Cos’è: Una torta salata di pasta lievitata che celebra i sapori autentici! Oltre alla classica farcitura con tuma, broccoli, salsiccia o acciughe, può essere arricchita anche con patate e cipolle, cavolfiori e tante altre combinazioni gustose. Perfetta per chi ama la tradizione con un tocco di creatività!
Quando si mangia: Protagonista del Natale, ma oggi disponibile tutto l’anno.

Puppetti di Muccu

Cos’è: Polpette piatte di bianchetti (pesce neonato), fritte fino a doratura.
Perché provarle: Un tributo al mare, preparato ancora con le tecniche dei pescatori ottocenteschi.

Rocculi Affucati e Bastaddi Affucati

Cos’è: Broccoli o cavolfiori stufati in tegame con pomodoro, cipolla, olive nere e pinoli.
Significato: “Affucati” (“affogati”) si riferisce alla cottura lenta in umido, che trasforma le verdure in un piatto cremoso e aromatico.

Falsomagro

Cos’è: Rotolo di carne bovina ripieno di uova sode, formaggio, prosciutto e mortadella, cotto in salsa di pomodoro con piselli.
Ironia del nome: “Falso magro” perché, nonostante l’aspetto sobrio, nasconde un cuore ricco. Piatto delle feste, simbolo di abbondanza.

Insalata di Arance

Cos’è: Fette di arance rosse dell’Etna mescolate con olive nere, cipolla di Tropea, finocchio selvatico e olio d’oliva.
Storia: Nata per conservare le vitamine d’inverno, oggi è un simbolo di freschezza e semplicità.

Insalata della Nonna

Cosa è: Pomodori affettati (preferibilmente cuore di bue o ciliegini), cipolla rossa di Tropea a rondelle sottili e ricotta salata grattugiata, conditi semplicemente con olio extravergine d’oliva, un pizzico di sale, pepe nero e qualche foglia di basilico fresco.
Storia: Piatti simili venivano preparati dalle “nonne” delle campagne attorno a Catania fin dal XIX secolo come pasto fresco e nutriente da portare nei campi: l’abbinamento di pomodoro e cipolla forniva vitamine e gli olii e la ricotta salata calorie per affrontare la giornata di lavoro. Col tempo è diventato un classico della cucina catanese, proposto sia in famiglia sia nelle taverne di cucina tradizionale.

La ricotta salata che si scioglie sulla pasta, l’amaro delle verdure “affogate”, il contrasto dolce-salato dell’insalata di arance. Sono piatti della cucina catanese che parlano di chi li ha inventati: contadini, pescatori, madri di famiglia. A Catania, la tradizione non è un museo: è una tavola sempre apparecchiata, pronta a stupire.

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Partendo in alto a sinistra: Scacciata, Insalata di Arance, Pasta alla Norma, Cotoletta alla Catanese

3. Prodotti Locali DOP/IGP

La Cucina Catanese deve la sua unicità a un territorio generoso e ribelle, plasmato dall’Etna. Questi prodotti non sono solo ingredienti: sono ambasciatori di un’identità che unisce agricoltura eroica e sapienza antica.

Pistacchio di Bronte DOP

Il Pistacchio Verde di Bronte è riconosciuto come prodotto DOP e coltivato esclusivamente nel territorio di Bronte, sulle pendici dell’Etna. È noto per il suo colore verde intenso, l’aroma fragrante e il sapore ricco e persistente, con note che richiamano la mandorla e la nocciola.
Viene utilizzato sia in preparazioni dolci che salate, come creme, dolci, paste e insalate.

Arance Rosse di Sicilia IGP

Le varietà Tarocco, Moro e Sanguinello sono riconosciute come Arancia Rossa di Sicilia IGP. Queste arance si distinguono per la polpa pigmentata e il sapore dolce-acidulo. Il clima dell’Etna, con i suoi sbalzi termici, favorisce l’accumulo di antociani, responsabili del colore rosso intenso e delle proprietà antiossidanti.

Ciliegie dell’Etna DOP

La Ciliegia dell’Etna DOP comprende varietà come Mastrantonio e Donnantonio, coltivate nelle aree pedemontane dell’Etna. Queste ciliegie si caratterizzano per la polpa compatta, il colore rosso brillante e il sapore dolce.

Vini dell’Etna DOC

I vini Etna DOC sono prodotti con uve coltivate sulle pendici dell’Etna. Il Nerello Mascalese è il vitigno principale per i vini rossi, mentre il Carricante è predominante nei bianchi. Questi vini si distinguono per la loro mineralità e freschezza, caratteristiche attribuite ai suoli vulcanici della zona.

Ficodindia dell’Etna DOP

Il Ficodindia dell’Etna DOP è coltivato principalmente nelle zone laviche della provincia di Catania. Le varietà riconosciute includono la Sulfarina (gialla), la Sanguigna (rossa) e la Muscaredda (bianca). Questi frutti sono apprezzati per la loro polpa succosa e dolce.

Questi prodotti raccontano l’anima della cucina catanese, parlando di adattamento e resilienza. Il pistacchio che cresce tra le sciare laviche, le viti che affondano le radici in suoli arricchiti dalla cenere vulcanica, le arance che beneficiano del calore del vulcano e delle fresche brezze notturne dell’entroterra, sviluppando un gusto eccezionale. Sono la dimostrazione che, a Catania, la terra, nonostante il fuoco che la scuote, sa essere straordinariamente generosa. Ogni piatto, ogni ricetta, celebra questa profonda alleanza tra uomo e natura.

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Partendo in alto a sinistra: Pistacchio di Bronte DOP, Ficodindia dell’Etna DOP, Ciliegie dell’Etna DOP, Uva per il Nerello Mascalese

4. Dolci e Pasticceria

La Cucina Catanese non si ferma ai sapori salati: la sua pasticceria è un viaggio tra devozione, simboli e golosità, dove ogni dolce nasce da una storia sacra o popolare. Ecco quelli che non potete perdere:

Minnuzze di Sant’Agata

Cosa sono: Dolci tipici catanesi preparati in occasione della festa della santa patrona, il 5 febbraio. Sono composti da una base di pan di Spagna, farciti con crema di ricotta, spesso arricchita con gocce di cioccolato o canditi, e ricoperti di glassa bianca, decorata con una ciliegia candita sulla sommità.
Tradizione: Si preparano per il 5 febbraio, giorno della festa della Santa. Il formato richiama la leggenda del seno reciso, simbolo di coraggio.

Olivette di Sant’Agata

Cosa sono: Piccole sfere a base di pasta di mandorle, modellati a forma di olive e ricoperti di zucchero.
Leggenda: Si dice che, durante la fuga dalla persecuzione, Agata fece nascere un ulivo per nascondersi. Oggi sono offerte nei banchetti devozionali.

Cannolo Siciliano

Cos’è: Cialda croccante ripiena di ricotta di pecora zuccherata, con gocce di cioccolato o canditi.
Versione catanese: Spesso guarnito con pistacchio di Bronte.
Regola d’oro: La ricotta va inserita al momento per mantenere la croccantezza della cialda.

Aceddi ccu l’Ova

Cosa sono: Biscotti pasquali a forma di uccelli, con un uovo sodo incastonato al centro.
Simbolo: Rappresentano la rinascita primaverile. L’uovo, intero e non sgusciato, viene cotto insieme all’impasto.

Ossa di Morti

Cosa sono: Biscotti croccanti a base di mandorle, zucchero e cannella, dalla forma irregolare che ricorda ossa.
Ricorrenza: Tipici del 2 novembre, accompagnano la visita ai defunti.

Granita con Brioche

Cosè: Abbinamento iconico: granita alla mandorla o gelsi con brioche morbida dal “tuppo” (il ciuffo superiore). Le granite possono essere di diversi gusti come: Pistacchio, Cioccolato, Caffè, Pesca, Limone ecc…
Rito estivo: Colazione preferita dei catanesi, da gustare seduti ai tavolini dei bar storici come Spinella o Prestipino.

Turruni

Cos’è: Un croccante a base di mandorle pelate, zucchero, miele, cacao amaro e scorza d’arancia.
Storia: Preparato tradizionalmente durante la festa di Sant’Agata (3–5 febbraio), questo torrone è associato alle celebrazioni in onore della patrona di Catania. La sua consistenza croccante e il sapore intenso lo rendono un dolce simbolico delle festività locali.

Iris

Cos’è: Un dolce fritto a forma sferica, simile a un bombolone, realizzato con pasta lievitata dolce e farcito con crema di ricotta zuccherata, crema o crema al cioccolato.
Storia: Inventato nel 1901 dal pasticcere palermitano Antonio Lo Verso in occasione della prima dell’opera “Iris” di Pietro Mascagni, questo dolce ha conquistato rapidamente la Sicilia. A Catania, l’iris è diventato un elemento distintivo della colazione locale, spesso gustato caldo nei bar storici della città.

Raviole Fritte o al Forno

Cosa sono: Dolci ripieni di ricotta dolce, fritti o cotti al forno. La raviola fritta viene cosparsa di granella di zucchero, mentre quella al forno è spolverata con zucchero a velo.

Biscotti della Monaca

Cosa sono: Biscotti a forma di “S” aromatizzati all’anice, croccanti fuori e morbidi dentro.
Origini: Venivano preparati dalle suore di clausura del Convento di Santa Chiara a Catania, venivano venduti per sostenere economicamente il convento.

Questi dolci sono il cuore della cucina catanese, perché intrecciano tradizione e vita di tutti i giorni. Le Minnuzze portano con sé la memoria di un martirio, la granita accompagna le estati, il cannolo sfida la fisica con la sua croccantezza perfetta. A Catania, i dolci non sono solo un piacere: sono un racconto, un simbolo, un pezzo di storia da assaporare.

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Partendo in alto a sinistra: Minnuzze di Sant’Agata, Granita Siciliana, Cannolo Siciliano, Iris al Cioccolato

5. Chioschi delle Bibite (Ciospi)

Nella cucina catanese, anche una semplice bevanda è un simbolo di identità. I chioschi storici, spesso decorati in stile Liberty, sono veri e propri templi del gusto, dove tradizione e innovazione si incontrano. Ogni bibita racconta una storia, un’eredità di sapori che si tramanda nel tempo.

Selz al Limone e Sale

Cos’è: Acqua minerale gassata, succo di limone spremuto al momento e un pizzico di sale fine, servita con abbondante ghiaccio e fetta di limone fresca.
Storia: Questo “selz” è uno dei classici dei chioschi catanesi fin dal 1920, quando Giammona aprì il suo bancone in stile Liberty e lo rese il locale di riferimento per dissetarsi all’ombra di via Guglielmo Oberdan.

Mandarinetto

Cos’è: Bevanda analcolica a base di spremuta di mandarini locali (talvolta rossi), mescolata a granita di limone o a succo di limone fresco.
Storia: Nato grazie all’abbondanza di agrumeti nella Piana di Catania, il mandarinetto con granita si diffuse negli anni ’70 per offrire un twist rinfrescante ai turisti.

Tamarindo

Cos’è: Sciroppo ricavato dalla polpa di tamarindo, diluito con acqua fredda e ghiaccio, talvolta addolcito con zucchero.
Storia: Portato in Sicilia dai marinai che commerciavano con l’Asia nel XIX secolo, divenne popolare nei chioschi catanesi per il suo gusto agrodolce, ideale dopo pasti pesanti.

Misto Frutta

Cos’è: Mix di selz, sciroppi (anice e orzata) e succo di limone, guarnito con frutta sciroppata a pezzi.
Storia: Conosciuto come “bevanda dei poveri” negli anni ’30, nacque per sfruttare gli scarti di frutta delle famiglie; oggi è un cult dei chioschi, che lo servono anche con panna montata.

Frappé alla Nutella

Cos’è: Latte e gelato alla vaniglia frullati con Nutella e scaglie della “brioscina Tomarchio”.
Storia: Inventato e brevettato da Pasqualino Marolda nel 1995 al chiosco di Piazza Roma, è diventato simbolo di creatività catanese.

Zammù

Cos’è: Infuso freddo di semi di finocchio e anice, servito con ceci tostati o olive verdi a lato.
Storia: Un tempo bevanda digestiva servita dopo i pasti nei chioschi più antichi, oggi si beve ancora come retaggio delle tradizioni popolari catanesi.

I chioschi sono pilastri della cucina catanese perché trasformano ogni sorso in un momento di convivialità. Dal selz che rinfresca durante una passeggiata sotto il sole, al mandarinetto che accompagna i tramonti, fino al misto frutta che unisce generazioni con i suoi sapori autentici. In ogni bicchiere c’è un frammento di storia, un legame profondo con la città, che preserva la sua identità anche nel più semplice gesto di bere.

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Partendo in alto a sinistra: Frappè alla Nutella, Misto Frutta, Seltz Limone e Sale, Mandarinetto Verde al Limone

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